Nuova Costituente, movimento sorto al fine di realizzare una radicale riforma federale, non vede nulla di nuovo nel dibattito dei cosiddetti “Stati Generali”: una messinscena che fotografa, nei fatti, l’invecchiamento sociale, culturale e istituzionale dell’Italia. In effetti, quello che sta emergendo a Villa Pamphilj non è che il tentativo di élites vecchie e nuove di restare in sella, pur essendo sconnesse dai bisogni e dalle priorità che vengono dalle diverse aree del paese.
Secondo Nuova Costituente, dopo questo vuoto esercizio, è necessario pensare a questioni di effettiva sostanza istituzionale che possano rimettere in piedi il paese su basi inedite, così da rispondere alle sfide del tempo in cui viviamo.
Serve, allora, una nuova assemblea costituente. C’è insomma la necessità che i territori e le comunità che costituiscono la Repubblica abbiano la possibilità di portare a un tavolo di trattativa le proprie specifiche esigenze, così da poter negoziare un patto federale che stabilisca le basi di una rinnovata convivenza. Solo in questo modo si potranno correggere le dinamiche disfunzionali interne che da decenni appesantiscono il nostro paese frustrandone le potenzialità di crescita e che oggi, nella crisi economica generata dal lockdown, si sono fatte ancora evidenti.
17 giugno 2020.