Ecco, di seguito, l’appello a difesa di Marco Bassani e per la libertà di espressione.
Perché stiamo con il professor Bassani e per la libertà di espressione
La decisione assunta dal CdA dell’Università Statale di Milano di sospendere per un mese il professor Luigi Marco Bassani appare ingiustificata e segnala un degrado della vita sociale e del dibattito pubblico. Siamo di fronte, infatti, a una grave lesione della libertà di espressione (quale dovrebbe essere tutelata dalla Costituzione) che deve mettere in allerta, tanto più che, in questo caso specifico, si colpisce la semplice condivisione di un una vignetta satirica, di un cosiddetto “meme”, e in un contesto che non ha nulla a che fare con l’attività accademica.
Questo è soltanto l’ultimo episodio, e forse il più paradossale, di una serie di censure del pensiero che in questi anni hanno colpito vari studiosi e intellettuali. L’avere riportato sulla propria bacheca di Facebookun post che includeva una fotografia della vice-presidentessa degli Stati Uniti, assieme ad espressioni che ironizzavano su alcuni episodi della sua carriera politica, può essere stato di dubbio gusto, ma non può in nessun modo costituire la base per un processo alle idee, ai principi e allo stile di qualsivoglia cittadino, che svolga il ruolo di docente universitario o qualunque altra professione. Lo stile, invece, è stato esplicitamente contestato nel documento del 16 novembre scorso con cui il Rettore informava il professor Bassani di avere avviato un’iniziativa disciplinare a suo carico: “quanto accaduto non costituisce un episodio isolato, essendo Sua abitudine esprimere pubblicamente sui social network opinioni forti, dal contenuto talvolta estremo”.
La vicenda che ha coinvolto Marco Bassani solleva una legittima preoccupazione sullo stato della libertà di espressione nella nostra società e in specie nel mondo accademico, su cui intendiamo richiamare l’attenzione. Comunque si voglia giudicare la questione, esiste ed esisterà sempre una differenza tra un’ironia e un’offesa. Far cadere questa distinzione, significa legittimare qualunque azione repressiva del pensiero, nel presente e nel futuro.
Primi firmatari
Antonella Arena, Università di Messina
Alberto Berardi, Università di Padova
Paolo Luca Bernardini, Università dell’Insubria
Francesco Berti, Università di Padova
Giovanni Boggero, Università di Torino
Giuseppe Buttà, Università di Messina
Eugenio Capozzi, Università degli Studi Suor Orsola Benincasa – Napoli
Dario Caroniti, Università di Messina
Jo Ann Cavallo, Columbia University
Gustavo Cevolani, IMT di Lucca
Giacomo Consalez, Università San Raffaele di Milano
Renato Cristin, Università di Trieste
Raimondo Cubeddu, Università di Pisa
Riccardo De Caria, Università di Torino
Mauro Federico, Università di Messina
Flavio Felice, Università del Molise
Roberto Festa, Università di Trieste
Cesare Galli, Università di Parma
Michele Gaslini, Università di Udine
Francesco Giubilei, Fondazione Tatarella
Paolo Heritier, Università di Torino
Hans-Hermann Hoppe, Property and Freedom Society
Joerg Guido Huelsmann, Université d’Angers
Markus Krienke, Facoltà di Teologia di Lugano
Nicola Iannello, saggista
Carlo Lottieri, Università di Verona
Pier Marrone, Università di Trieste
Cristian Merlo, saggista
Aurelio Mustacciuoli, saggista
Corrado Ocone, Università Luiss RM
Guglielmo Piombini, saggista
Iuri Maria Prado, saggista
Mauro Tosco, Università di Genova
Daniele Tranchida, Università di Messina
Daniele Velo Dalbrenta, Università di Verona
La petizione può essere sottoscritta qui: https://www.change.org/p/cda-dell-universit%C3%A0-statale-di-milano-perch%C3%A9-stiamo-con-il-professor-bassani-e-per-la-libert%C3%A0-di-espressione