Il 3 e il 4 ottobre sono calendarizzate le elezioni amministrative in varie città italiane, tra cui Trieste. A concorrere per la poltrona di sindaco ci sono Roberto Di Piazza, sostenuto dal centrodestra, che mira alla conferma e per il quale si tratterebbe del quarto mandato, Francesco Russo, cattolico del PD candidato dal centrosinistra, Alessandra Richetti per i 5 stelle, Franco Bandelli di Futura, Tiziana Cimolino per Verdi e Sinistra in Comune, Riccardo Laterza di Adesso Trieste, Aurora Marconi per Trieste, Ugo Rossi del Movimento 3V, Giorgio Marchesich della Federazione per l’Indipendenza del Territorio Libero di Trieste e Arlon Stock di Podemo. Nuova Costituente non può che guardare con interesse e curiosità a questi ultimi due candidati, di chiara vocazione indipendentista o autonomista. Giorgio Marchesich è lo storico indipendentista che chiede l’applicazione integrale del Trattato di Parigi del 1947 con la zona franca integrale, la benzina a prezzo pari a quello sloveno e pensioni detassate. Arlon Stock, giovane candidato di Podemo, pensa ad una Trieste internazionale, in contatto con il suo naturale entroterra, capace di valorizzare le sue specificità e di attrarre immigrazione di qualità e investimenti anche tramite la creazione di una sorta di piccole sedi di rappresentanza nei Paesi vicini. In entrambi i casi si percepisce l’esigenza di una città, in passato grande centro culturale e commerciale dell’Impero, ora periferia di un’Italia sempre più in difficoltà, di autogovernarsi per affrontare gli annosi problemi, alcune volte non risolti dal governo italiano, altre volte creati dal governo italiano: si pensi alla questione del porto vecchio, ancora non valorizzato a sufficienza. Podemo di Stock si distingue anche per un insieme di idee innovative che dovrebbero smuovere la situazione della città e per una certa valorizzazione della democrazia diretta. Per completezza d’informazione, si può citare un’ulteriore realtà attenta alle esigenze locali, ossia quella della Slovenska Skupnost, che sostiene Francesco Russo.
Nel 2016 gli autonomisti e indipendentisti alle amministrative del capoluogo giuliano arrivarono spaccati in diverse liste e con diversi candidati sindaci. Quest’anno per eleggere il sindaco sono presenti soltanto due opzioni, una “storica” ed un’altra giovane ed innovativa.
Gli Stati centrali stanno dimostrando sempre più le difficoltà di gestire gli ampi territori compresi nei loro confini, mentre le piccole realtà risultano le economie più dinamiche. Spetta ora agli elettori di Trieste dare un segno di reale cambiamento o scegliere di mantenere l’asfittico status quo.