Solo chi crede che uno Stato possa redimere un popolo incivile si oppone al federalismo, nella sua accezione più pura, cioè
• autodeterminazione;
• aggregazione spontanea e reversibile, dal basso, di comunità tra loro affini, in libera cooperazione e competizione tra loro;
• potere alle comunità locali che ne delegano la parte minore allo stato federale per
l’esercizio di compiti di coordinamento;
• sussidiarietà e uso della democrazia diretta a livello sia locale che federale;
• responsabilità in solido e solvibilità delle comunità locali;
• riduzione ai minimi termini dell’interventismo statale e dei trasferimenti.
Infatti è chiaro ai centralisti che non tutte le comunità, in particolare quelle più degradate, saprebbero da subito fare buon uso del federalismo. Tuttavia quelle sane sono destinate a trarre dal federalismo grandi vantaggi e, fuori dalla logica nazionalista dello Stato uno e indivisibile, queste comunità devono essere lasciate libere di sprigionare tutte le loro potenzialità, fungendo da esempio piuttosto che da pozzo senza fondo, drenato per alimentare in eterno l’arroganza, l’indolenza, i parassitismi e le pessime abitudini degli altri.