di Marco Faraci
ll presidente catalano in esilio Carles Puigdemont è riuscito a segnare un punto nella sua lunga e complessa battaglia legale contro lo Stato spagnolo.
Pochi giorni fa, il Comitato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite ha parzialmente accolto il ricorso presentato da Puigdemont sulla violazione dei suoi diritti politici operata dalla Spagna nel 2018, dopo le elezioni in Catalogna.
Il partito di Puigdemont era uscito vincitore dalle elezioni del 21 dicembre 2017, convocate dopo la dissoluzione forzata del parlamento catalano imposta dalla Spagna a seguito della dichiarazione unilaterale di indipendenza avvenuta due mesi prima.
Puigdemont era naturalmente stato rieletto come deputato al parlamento catalano; gli indipendentisti avevano la maggioranza ed erano pronti a rieleggerlo alla guida della Generalitat.
La Spagna impedì la nomina di Puigdemont, sancendo che non poteva essere nominato presidente senza rientrare in Spagna, dove sarebbe stato arrestato. In aggiunta dichiarò la decadenza di Puigdemont dalla posizione di deputato.
È proprio quest’ultimo punto che è oggetto del pronunciamento del Comitato ONU a favore di Puigdemont, in quanto la sospensione dal parlamento sarebbe stata dichiarata senza copertura legale e quindi sarebbe illegittima.
Nei fatti il Comitato per i Diritti Umani ha riconosciuto che i diritti di Puigdemont sono stati violati e che ciò costituisce un mancato rispetto dell’art. 25 della Convenzione Internazionale dei Diritti Civili e Politici. Di conseguenza richiede che la Spagna adotti le misure necessarie per evitare simili violazioni in futuro.
Il Comitato ONU, inoltre, ha preso atto dell’argomentazione di Puigdemont per cui la permanenza in esilio era l’unica maniera di preservare i propri diritti, in quanto se fosse rientrato in Spagna sarebbe stato imprigionato.
Il parere del Comitato ONU, in ogni caso, è articolato e accoglie, su qualche punto, le contro-argomentazioni di Madrid.
Nei fatti, per quanto quello di questi giorni sia indubbiamente un successo per il leader catalano, in termini generali resta complicato che il suo caso possa sbloccarsi favorevolmente per vie giuridiche. L’impianto della posizione spagnola resta, nel complesso, forte e difficile da scalfire.
Certamente, però, la questione dell’agibilità politica per Carles Puigdemont sarà centrale in occasione delle ormai prossime elezioni europee del 2024.